Saint Seiya: Soldier’s Soul – Le nostre aspettative per un gioco perfetto

Saint Seiya: Soldier’s Soul – Le nostre aspettative per un gioco perfetto

Come ormai già saprete, BANDAI NAMCO Entertainment ha annunciato negli scorsi giorni un nuovo titolo dedicato ai nostri cavalieri di bronzo preferiti: Saint Seiya: Soldier’s Soul. Già dal primo trailer però, si è subito capito che il gioco in questione non sarà un novità assoluta o qualcosa di vagamente diverso dai precedenti, bensì si affiancherà a Saint Seiya: Brave Soldiers come una sorta di suo “successore”.

Ma diciamoci la verità: nonostante Brave Soldiers sia attualmente il titolo tratto dalla serie più completo in circolazione, siamo ancora un po’ lontani per poterlo veramente considerare tale. Ma cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo capitolo della serie affinché possa essere considerato apprezzabile e degno di nota? Analizziamolo insieme.

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SOUL OF GOLD – Siamo seri: annunciare un nuovo gioco tratto dalla saga in concomitanza con una nuova serie animata e non mettercela dentro, suona un po’ come una presa per il culo. Ragion per cui, all’interno di questo nuovo titolo, dovrebbero esser presenti nuovi capitoli di storia, i nuovi avversari e soprattutto le nuove God Cloth dei cavalieri d’oro di Soul of Gold. Di questi ultimi, l’unico fortunello rivelato al momento è Aiolia, già presente sia nel trailer di esordio che spalmato bello lì in copertina… ma sugli altri ho un po’ di paura. Dovrebbe venire da sé la formula “Creiamo un gioco nuovo in concomitanza con la nuova serie, ergo mettiamoci dentro tutte le novità della medesima”, ma se consideriamo che in Brave Soldiers è stato inserito solo Seiya con la God Cloth, nonostante l’avessero anche Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki, non mi sento di metterci la mano sul fuoco, ma la speranza è l’ultima a morire.

SAGA DI ASGARD – La nuova serie animata Soul of Gold torna nuovamente su suolo asgardiano, mettendo contro ai possenti Gold Saint nuovi e temibili cavalieri di Asgard (o God Warrior, se preferite). Ovviamente, come già detto nel punto precedente, sembra logico che all’interno di questo nuovo titolo vengano inseriti sia le nuove God Cloth dei cavalieri d’oro che i nuovi nemici e i relativi nuovi capitoli di storia… ma non ci stiamo dimenticando di qualcuno? Esatto! I mitici cavalieri di Asgard a cui la serie animata originale di Saint Seiya ha addirittura dedicato un intero arco narrativo. Sinceramente già li pregustavo all’interno di Brave Soldiers, e non nego che la delusione in me è stata tantissima quando ho scoperto che non sarebbero stati presenti. Detto questo, non voglio lasciar intendere che li desidero giocabili all’interno di Soldier’s Soul… ma che li esigo!

GOD CLOTH DEI CAVALIERI DI BRONZO – Come già detto nel primo punto, oltre alle nuove God Cloth dei cavalieri d’oro provenienti dalla nuova serie, sarebbe decisamente apprezzabile se anche gli altri cavalieri di bronzo, oltre a Seiya, potessero finalmente godere dello stesso trattamento. Visto che ci sono e sono indubbiamente belle, mettiamole.

ALTRI SAINT – Se dovessi apprezzare una delle qualità di Brave Soldiers che mi ha sorpreso particolarmente, perché non avrei mai pensato di trovare nel titolo, è sicuramente la presenza dei cavalieri di bronzo minori: Ichi dell’Idra e Jabu dell’Unicorno. Ovviamente i fan della serie in questione già sanno che ce ne sono altri e che, chiaramente, mancano; ma se stavolta si potesse rendere il gioco veramente completo, e non solo “più completo degli altri”? Ci sono tantissimi altri Saint con cui sarebbe bello poter giocare: i bronzini minori mancanti, gli Steel Saint, Docrates, Misty, gran parte dei Silver Saint, i Ghost Saint, insomma… ce ne son veramente tantissimi con cui gli appassionati si divertirebbero a giocare, ma so già che sarà praticamente impossibile averli tutti. Però qualcuno in più non farebbe di certo male.

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VELOCITÀ – Sinceramente, se ripenso alla corsettina di default che alcuni dei Saint eseguivano in Brave Soldiers, inizio nuovamente a ridere e non finisco più. Il vederli sgambettare velocemente quando in realtà erano lenti come le papere nello stagno del parchetto, mi ha sempre suscitato grande ilarità e allo stesso tempo mi ha fatto storcere un po’ il naso. Mi auguro che in questo nuovo titolo questo punto sia stato un minimo rivisto e migliorato, giusto per renderlo non solo un po’ più veloce nei movimenti, ma magari anche un minimo più fluido.

ONLINE – Uno dei grandi difetti di Brave Soldiers era sicuramente dato dalle noiosissime partite online, fra personaggi poco bilanciati e quella specie di tecnica che permetteva, a un costo assai modesto, di trasportarci istantaneamente alle spalle del nemico prima di venir colpiti. Il risultato era una situazione in cui gli avversari non facevano altro che aspettare i nostri pugni per eseguire questa tecnica e colpirci alle spalle. Nella serie dei videogiochi di Naruto (a cui si ispira chiaramente il gameplay di Brave Soldiers) questo problema è stato risolto un bel po’ di tempo fa limitando gli utilizzi della sostituzione, e sarebbe quindi logico aspettarsi una soluzione a questo problema anche per quanto concerne i giochi di Saint Seiya.

ADATTAMENTO – Dato che con i vari giochi di One Piece alla fine questo sforzo è stato fatto, perché non farlo anche con Saint Seiya? Diamoci un taglio con questi assurdi Pegasus di Pegasus, Andromeda di Andromeda, Toro di Toro, e così via. Hanno un nome, ci sono determinati termini che, giusto per fedeltà all’opera originale da cui il gioco è tratto, sarebbe apprezzabile se venissero rispettati. Lasciamo da parte per una volta il discutibilissimo adattamento italiano che andava bene giusto quando eravamo ragazzetti, e apriamo le porte alle fedeltà all’opera stessa. “Chi Vincerà l’armatura di Pegasus? Pegasus, o Cassios?” …chissà.

NOVITÀ ACCATTIVANTI – Visto e considerato che, come si evince dal trailer di esordio, gran parte del gioco sarà ripreso da Brave Soldiers, mi auguro di non trovarmi di fronte a un buon 90% di copia e incolla di contenuti dal precedente. Si può sicuramente provare a creare e inserire una qualche novità accattivante che attiri i giocatori a restare incollati al titolo anche dopo il suoi titoli di coda. Non so voi ma, personalmente, una volta finita la storia di Brave Soldiers e provato tutti i personaggi, l’ho chiuso, messo via, e non l’ho più giocato.

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NUOVO COMPARTO SONORO – E dico nuovo. Non solo Brave Soldiers aveva al suo interno brani che venivano ripresi da La Battaglia del Santuario, il precedente titolo per PS3, ma addirittura c’erano brani che provenivano direttamente dai titoli PS2. Parliamo di giochi del 2005, eh.

OPENING – Sinceramente, una delle cose che ho adorato alla follia all’interno del precedente titolo è stato il bellissimo filmato di apertura: non solo era estremamente bello per il gioco stesso, ma svergognava in maniera brutale qualsiasi altro titolo tratto dalla medesima serie. Mi auguro veramente dal profondo del cuore che Soldier’s Soul ne possa presentare uno ugualmente enfatizzante e accattivante, sia a livello di animazioni che di musica.

NON SOLO KURUMADA – So che è impossibile, ci posso arrivare anche da solo, ma proviamoci lo stesso: già dai primi rumor riguardanti Brave Soldiers si dava come “presenti nel roster” anche alcuni personaggi provenienti da Saint Seiya Omega e Saint Seiya: The Lost Canvas (Episode G non lo considerarono minimamente). Nonostante capisca benissimo che l’intento di questo titolo sia quello di concentrarsi nuovamente sulla serie classica e sulla nuova, diciamo che non mi dispiacerebbe vedere come “contentino” almeno uno dei personaggi provenienti dalle altre.

E voi consa ne pensate? Quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere questo nuovo titolo per risultare appetibile e non un more of the same di Saint Seiya: Brave Soldiers?

Vi ricordiamo che l’uscita del titolo in Europa è prevista durante il prossimo autunno, su PlayStation 3, PlayStation 4 e STEAM. Di seguito vi riproponiamo il trailer di annuncio.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.