SENRAN KAGURA 2: Deep Crimson – Recensione

SENRAN KAGURA 2: Deep Crimson – Recensione

senran-kagura-2-deep-crimson-recensione-boxartGli shinobi sono ombre, ombre oscure. Gli shinobi sono fiamme, fiamme color cremisi. La loro esistenza conduce a un sentiero di un rosso sangue, con un bivio che divide luce e oscurità. Il destino di uno shinobi è quello di andare avanti. Non importa quanto le cose possano mutare, una generazione dopo l’altra: ci sono cose che non potranno mai cambiare. Ci sarà sempre bisogno di shinobi nei meandri del mondo criminale. Oggi molti dei loro clienti sono politici o corporazioni. Molti di loro considerano gli shinobi alla stregua di strumenti, utili solo a perseguire ricchezza e potere. Per questa ragione, gli shinobi che servono le nazioni sono noti come shinobi del bene, mentre gli quelli che violano la legge sono considerati shinobi del male. Basandosi su queste differenze, le due fazioni sono destinate a combattersi vicendevolmente: bene e male non possono sottrarsi al loro duello mortale. Tuttavia, il cuore di ciascun essere umano custodisce sia il bene che il male, un conflitto interiore che coltiva ansie e tumulti. Gli shinobi non fanno eccezione.

La storia a cui prenderemo parte è la cronaca di una guerra tra bene e male, nonché dell’intensa e malinconica vita delle studentesse shinobi. Cosa vedranno le ragazze davanti a loro, sul bivio macchiato di sangue? Guadagneranno un bene insostituibile? Oppure perderanno qualcosa di ancora più prezioso…? Gli shinobi sono ombre, ombre oscure. Gli shinobi sono fiamme, fiamme color cremisi. Dove condurranno queste fiamme? Nessuno ancora può saperlo.

SENRAN KAGURA 2: Deep Crimson è il secondo titolo della serie Marvelous! ad approdare in Europa su Nintendo 3DS, dopo l’inaspettato successo di SENRAN KAGURA Burst, il pacchetto distribuito nell’ormai lontano febbraio del 2014 contenente le due storie Skirting Shadows e Crimson Girls. Al primo sono seguiti i due spin-off per PlayStation Vita, ma questo titolo che mi ritrovo tra le mani torna finalmente a narrare la storia principale esattamente dove l’avevamo lasciata, o per meglio dire, facendo un salto indietro nel tempo e mostrandoci nuovamente la battaglia finale affrontata dalla temeraria Asuka della Hanzō National Academy. Le premesse sono davvero buone: il picchiaduro a scorrimento sviluppato da Tamsoft si evolve e ci consente di esplorare arene più ampie in tre dimensioni, di combattere al fianco di una compagna shinobi e, soprattutto, di affrontare una serie di temibili creature demoniache chiamate Yōma. Riuscirà Deep Crimson ad aggiudicarsi la palma di miglior capitolo dell’eccentrica serie firmata Kenichiro Takaki?

  • Titolo: SENRAN KAGURA 2: Deep Crimson
  • Piattaforma: Nintendo 3DS
  • Genere: Bakunyuu Hyper Battle, Beat’em up
  • Giocatori: 1-2
  • Software house: Marvelous!, Marvelous Europe
  • Sviluppatore: Tamsoft Corporation
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 27 agosto 2015
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: Murasame (disponibile gratuitamente per chi possiede il salvataggio di Burst), tre capitoli aggiuntivi a pagamento (di cui uno aggiunge una nuova funzione alla Dressing Room)
  • Note: l’edizione retail è un’esclusiva per il negozio online di Marvelous Europe, assieme a due edizioni limitate (Happy Boobs e Shinobi Collector’s Edition) contenenti numerosi gadget; le prime 50 copie vendute sono state autografate da Kenichiro Takaki

Attraverso la voce narrante di Asuka, ripercorreremo le vicende del capitolo finale di Skirting Shadows. In seguito al furto della pergamena super-segreta perpretato dalla Hebijo ai danni della Hanzō National Academy, la nipote del leggendario Hanzō e le sue compagne hanno deciso di recarsi al castello delle shinobi del male per riprendersi ciò che gli appartiene di diritto. Sostenere il peso di una spada, ma allo stesso tempo essere uno scudo per i propri compagni: è questo che Asuka ha imparato da suo nonno, ed è ciò che metterà in pratica nel suo scontro finale contro Homura, la sua rivale predestinata.

Shinku

Superata l’introduzione in stile visual novel, decisamente migliore rispetto a quanto Burst ci ha abituati, è tempo di ripassare i rudimenti del combattimento fra ninja attraverso una prima missione. Come sempre, con i classici tasti azione potremo saltare, sferrare attacchi veloci o sferzate più potenti, mentre la croce direzionale servirà ad agganciare i nemici più vicini. In maniera diversa dal gioco che lo ha preceduto, il tasto A del nostro Nintendo 3DS stavolta verrà destinato al tag, ovvero al cambio di personaggio che ci verrà concesso di effettuare in ogni momento nel corso delle battaglie; l’inseguimento (o scatto) è invece assegnato al tasto R, ma nulla ci vieterà, se siamo abituati alla precedente mappatura dei pulsanti, di invertire le due funzioni tramite l’apposita voce accessibile dal menu di pausa. Con molta probabilità sarete tentati di farlo, almeno fino a che non riuscirete a padroneggiare le nuove meccaniche del tag team.

Come da tradizione per la serie, riempiendo l’apposito indicatore pergamena potremo richiamare la trasformazione Shinobi Tenshin ed effettuare, combinando il tasto L con uno dei quattro tasti azione, le caratteristiche Hiden Ninpo, gli attacchi speciali; la modalità Frantic, invece, in Deep Crimson è accessibile in qualsiasi momento premendo in basso sul D-Pad, non più solo all’inizio di ciascuna missione, a patto di aver riempito al massimo la barra delle pergamene. Per un breve periodo di tempo, liberandoci dei nostri abiti, potremo contare su una immensa potenza offensiva, a discapito però della difesa quasi del tutto azzerata e, novità assoluta, potremo utilizzare le tecniche segrete senza consumare ulteriori pergamene. In passato, scegliere se trasformarsi o utilizzare il Frantic incideva sulla crescita del nostro personaggio, ma in Deep Crimson il level up non verrà condizionato da quante volte utilizzeremo una o l’altra modalità.

Alle già citate tecniche speciali, Shinku aggiunge la meccanica degli attacchi di coppia, suddivisi in due tipologie: Stacked Secret Ninja Art e Secret Fusion Ninja Art. I primi saranno attivabili ogni qual volta entrambe le nostre guerriere avranno a disposizione almeno tre pergamene, premendo il tasto L in combinazione con A. I secondi, invece, sono attivabili solo se il legame che unisce le due ragazze verrà portato al massimo, rendendo perfetta la sincronizzazione. Per ottenere ciò non dovremo far altro che affrontare missione dopo missione con la medesima coppia, concatenando attacchi che sfruttino il comando tag durante le combo e utilizzando, quando possibile, le tecniche Stacked. In Deep Crimson le combo sono meno incentrate sugli attacchi aerei, ma risultano più varie grazie alla possibilità di consumare pergamene per evocare le bestie simbolo di ciascuna shinobi, oppure oggetti creati col chakra che variano temporaneamente il moveset di ciascuna guerriera, come un cerchio composto di kunai d’inchiostro per Yagyū o un paio di speroni giganti sotto gli schinieri di Katsuragi.

Dance as the crimson lotus falls!

Nell’anteprima condivisa con voi qualche tempo addietro ho fatto notare come la tipologia di gioco sia piuttosto cambiata rispetto al Burst, ai tempi definibile come un purissimo beat’em up a scorrimento orizzontale. Deep Crimson si presenta come un ibrido tra il Burst e lo SHINOVI VERSUS, senza abbracciare lo stile simile ai Musou del secondo e offrendo un’inquadratura che varia in base agli scenari, ma non che dà a noi giocatori la possibilità di modificarla tramite il secondo stick analogico (pienamente supportato sia come Pad Scorrevole Pro che come C-Stick del New Nintendo 3DS, ma solo ed esclusivamente nella Dressing Room). Il risultato non è certo da bocciare a priori, ma vi confesso che personalmente preferivo tenere le due tipologie di gioco separate: ho decisamente apprezzato Burst anche per il semplice fatto di aver riportato in vita un genere quasi del tutto scomparso dal panorama videoludico attuale e purtroppo, Deep Crimson fallisce in parte nell’esperimento di miscelare le due tipologie succitate, a causa di un sistema di targeting non sempre efficace e di una maggiore difficoltà tecnica nel concatenare le combo, specie quelle aeree.

Naruto chi?

Una volta portate a termine le battaglie fra le storiche rivali delle due scuole, sarà Dōgen, uno dei temibili investitori della Hebijo Clandestine Girls’ Academy, a scendere in campo reclamando il sangue delle giovani guerriere, necessario per evocare lo spaventoso Orochi. Proseguendo all’interno di Deep Crimson ci accorgeremo (se non lo avremo già scoperto leggendo anticipazioni in rete) che stavolta Orochi è solo uno dei numerosi Yōma che affronteremo all’interno del gioco nelle vesti di boss. Gli Yōma non sono altro che gigantesche creature demoniache che nascono dallo spargimento di sangue degli shinobi e che, se il sangue scorrerà così tanto da rompere una Shinobi Kekkai (la barriera che delimita gli scontri fra le kunoichi) possono invadere il mondo degli umani. Lo scopo del malvagio Dōgen è infatti quello di sfruttare tali mostri per avviare un’operazione di vera e propria conquista del mondo. Tali battaglie saranno protagoniste di apposite missioni della modalità principale, non sempre definibili facili da portare a termine. All’interno di esse potremo muoverci in un oscuro ambiente tridimensionale, dove dovremo cercare di evitare i loro colpi devastanti e approfittare del momento giusto per sferrare i nostri attacchi speciali nel tentativo di esaurire la loro energia. Nulla di eccessivamente complicato, che richiederà solo una minima dose minima di strategia e buoni riflessi.

Oltre alle normali missioni di storia, ci viene data anche la possibilità di scegliere le classiche missioni di allenamento, nonché due inedite modalità chiamate Special Mission e Yōma’s Nest. La prima ci metterà di fronte a una vera e propria modalità sopravvivenza, che si svolgerà in una piramide composta da caselle via via più difficili da conquistare, che ci proporranno a quattordici combattimenti da affrontare in successione garantendoci laute ricompense in termini di punti esperienza. La Yōma’s Nest ci consente inoltre di sbloccare una serie di armi alternative per le nostre guerriere; tuttavia, queste ultime potrebbero risultare quasi del tutto inutili, in quanto non ci consentiranno di aumentare il nostro potere offensivo o di cambiare il nostro stile di combattimento, bensì avranno un impatto puramente estetico. Per modificare i parametri di ciascuna guerriera, però, potremo sfruttare le Pietre Shinobi, dei magatama ottenibili nella modalità Special Mission ed equipaggiabili fino a un massimo di tre. In questa modalità affronteremo delle sfide che, di volta in volta, ci chiederanno di abbattere tutti i nemici presenti solo tramite attacchi aerei, di distruggere tutti gli oggetti presenti nell’arena, oppure utilizzare solo le tecniche speciali. Le pietre che otterremo portando a termine tali missioni ci risulteranno davvero utili nello Yōma’s Nest, la cui curva di difficoltà, se paragonata a quella delle missioni che compongono la story mode, è molto più ripida.

Kyoto Drift

A differenza dei titoli della saga provati prima di questo, in SENRAN KAGURA 2: Deep Crimson non potremo decidere con quale delle scuole affrontare la storia. Sarà la trama imbastita dalle sapienti mani dello sceneggiatore Yukinori Kitajima a dettare — fortunatamente — legge, risultando in un maggior coinvolgimento del giocatore rispetto al vecchio Burst. Se il primo capitolo, che come già detto riassume le fasi finali del primo gioco, si chiamerà appunto Portrayal Chapter (Shoujotachi no Shinei, ovvero Portrait of Girls, il titolo del SENRAN KAGURA originale in Giappone) e ci vedrà operativi dalla parte della Hanzō, il secondo, Crimson Chapter, ci consentirà invece di vedere come se la cavano Homura e le sue compagne. Il terzo, di cinque capitoli in totale, ci permetterà di fare la conoscenza di Kagura e Naraku, i due personaggi inediti di questo gioco, con cui sia il team della Hanzō National Academy, sia la Homura’s Crimson Squad, si ritroveranno faccia a faccia nel corso della lotta contro gli Yōma nella città di Kyōto.

Sebbene la trama di SENRAN KAGURA 2: Shinku sia la migliore, c’è da dire che poteva essere narrata un po’ meglio; per esempio, il succitato secondo capitolo che vede Homura protagonista perde un po’ troppo tempo in missioni di allenamento e siparietti comici, piuttosto che dedicarsi al meglio alla parte più seriosa e al conseguente scontro con il suo boss finale. Lo stesso accadrà anche più avanti, con le immancabili pause di riflessione alle sorgenti termali, o addirittura sul tetto di uno shinkansen.

Tramite la Ninja Room, la hub presente anche nei giochi precedenti, potremo accedere a tutte le modalità di gioco presenti, tra cui troviamo anche la voce Online. Da qui potremo avviare una modalità multigiocatore cooperativa, sia con un amico in locale, munito di 3DS e di una copia del gioco, sia tramite connessione a internet, come ho avuto modo di sperimentare provando il titolo prima della sua uscita. Scegliendo una sola shinobi potremo creare una stanza o cercare quella di un secondo giocatore: all’interno di esse sarà possibile affrontare sia le missioni di storia già sbloccate da uno dei due, sia le missioni della modalità Yōma’s Nest. Durante le battaglie, del tutto identiche a quelle della modalità single player, il tasto tag verrà utilizzato letteralmente per teletrasportarsi al fianco del proprio compagno e proseguire le combo; tuttavia, le tecniche ninja di coppia risulterranno impossibili da realizzare e spesso l’intelligenza artificiale dei nemici li porterà ad attaccare solo una delle due guerriere, lasciando l’altra a colpire il vuoto per la maggior parte del tempo. La modalità per due giocatori risulterà utile soprattutto per le missioni più difficili dello Yōma’s Nest, specie se saremo di livello non troppo alto. Tuttavia, è soprattutto giocando in due che ci si accorge di quanto il sistema di combattimento soffra a causa del passaggio da beat’em up a scorrimento orizzontale a un ibrido tra due e tre dimensioni.

“Tits are Life, Ass is Hometown”

I SENRAN KAGURA usciti sulle console rivali di Nintendo ci hanno abituato a un fanservice decisamente spinto e ostentato. Sviluppando Burst, Marvelous! ha sperimentato l’ormai immancabile sistema di danneggiamento degli abiti, ma nel titolo originale non eravamo considerati degni di poter sbirciare sotto gli innumerevoli completini intimi e costumi da bagno che il gioco metteva a disposizione. Da questo punto di vista, SHINOVI VERSUS e gli altri giochi usciti su PlayStation hanno rivoluzionato il concetto di fanservice all’interno della serie, facendo in modo che il giocatore potesse arrecare e ricevere danni così pesanti da distruggere persino reggiseni e mutandine, lasciando spazio a divertenti censure che impedivano, in ogni caso, che il titolo divenisse un CERO Z. Evidentemente alla direzione della casa di Kyoto queste piccole censure costituite da fasci di luce e copri-capezzoli (spesso volutamente ridicoli) non andavano a genio, motivo per cui SENRAN KAGURA 2: Deep Crimson rimane fedele al suo predecessore, evitando di mostrarci eccessive dosi di nudità, a volte anche in maniera stupida, per esempio, facendo indossare un costume da bagno sotto al classico asciugamano da onsen. Vi dirò di più: tramite l’apposita voce nel menu impostazioni, inoltre, è possibile disattivare del tutto il sistema di distruzione degli abiti ed eliminare le sequenze in cui Asuka e compagne soffrono per i danni subiti.

Nonostante questo, il piatto forte per chi è alla ricerca di emozioni altrettanto forti rimane la leggendaria Dressing Room, una sorta di spogliatoio in cui potremo selezionare una (o una coppia) tra le ninja a nostra disposizione e personalizzarne l’aspetto fisico con nuovi abiti civili, nuove divise shinobi, innumerevoli completi di biancheria intima, nonché capigliature alternative e i più disparati accessori per soddisfare ogni feticcio esistente sul pianeta: orecchie e coda da gatto, cane o coniglio, bende, occhiali, cappellini e persino ciuffi a forma del vecchio logo Marvelous AQL. Potremo salvare le nostre combinazioni di abiti e accessori preferite e decidere se utilizzarle prima o dopo la trasformazione, ma il bello deve ancora venire. Una volta esaurito il nostro momento Enzo Miccio potremo selezionare un’espressione facciale e una posa (tra cui alcune davvero imbarazzanti) e gettarci a capofitto nella modalità Photoshoot. Da bravi fotografi pervertiti da fiera cosplay potremo decidere il fondale e il posizionamento migliore per le nostre eroine e scattare foto che andranno poi a finire sulla scheda SD della nostra console o, in alternativa, sfruttare l’inedita opzione Realtà Aumentata e la speciale carta di cui i nostri 3DS dovrebbero essere forniti per poterci divertire con foto ancora più imbarazzanti. Inoltre, entrando nell’apposita modalità molestia sessuale (non che si chiami ufficialmente così, ma è quello il suo scopo) saremo in grado di utilizzare il touchscreen della console per toccare con mano gli attributi delle nostre guerriere, causando in loro reazioni più o meno composte; a differenza di alcuni dei giochi usciti in passato in occidente, tutti i commenti della Dressing Room saranno finalmente sottotitolati in inglese. In SHINOVI VERSUS, ad esempio, tali commenti furono deliberatamente omessi perché ritenuti troppo spinti dal team di localizzazione. Chiudiamo la parata del reparto pornografico con una menzione d’onore per una delle funzionalità sbloccabili solo mediante l’acquisto di uno dei pacchetti DLC a pagamento, quello chiamato Busticated. Portando a termine l’apposita storia, saremo in grado di modificare a piacimento le dimensioni del seno delle nostre eroine all’interno della Dressing Room: grazie a questo la piccola Mirai potrà finalmente coronare il suo sogno nel cassetto.

Beyond Light & Darkness

In giochi come SENRAN KAGURA l’occhio non vuole semplicemente la sua parte. Anzi, definirei fondamentale l’importanza dell’aspetto visivo, ma anche di quello sonoro, per far sì che titoli del genere si avvicinino quanto più, stilisticamente parlando, alle serie animate giapponesi. Sotto questo punto di vista, Marvelous! e Tamsoft compiono passi da gigante, titolo dopo titolo, e Deep Crimson non è certamente un’eccezione. Il cel-shading delle protagoniste è più credibile che mai, tutte quante risultano espressive quanto la loro controparte animata, specie durante le scenette che apriranno e chiuderanno ciascun combattimento, sempre diverse a seconda delle due ragazze scelte. Le illustrazioni delle sezioni visual novel saranno ancora più belle di quanto visto in passato, e alcune di loro saranno persino animate grazie a un effetto parallasse che sfrutta al meglio il 3D stereoscopico della console. Proprio quest’ultimo gioca finalmente un ruolo di rilievo, essendo onnipresente in tutte le fasi di gioco a differenza del Burst, dove ci era concesso di ammirare le eroine in tre dimensioni solo durante le sequenze di distruzione degli abiti e in pochi altri momenti. Giocare con il 3D attivo favorisce il fattore profondità, senza incidere in maniera grave sulla fluidità dei combattimenti e offrendo uno spettacolo più che soddisfacente per le nostre pupille.

Il problema del frame rate decisamente basso del precedente titolo su 3DS è stato completamente risolto sia nelle missioni che — anche se non al 100% col 3D attivo — nella Ninja Room. Questo è stato possibile, pur mantenendo un altissimo livello di dettaglio per i modelli poligonali delle guerriere, riducendo un po’ il numero di nemici presenti sullo schermo. A questo buon risultato si aggiunge un sistema di distruzione degli abiti più variegato, che utilizza texture decisamente buone per un titolo Nintendo 3DS. Tra i problemi riscontrati, invece, ho notato un effetto galleggiamento che stacca i piedi dei personaggi dal suolo anche quando non dovrebbe.

L’ottimo doppiaggio giapponese, che può contare sulle medesime seiyuu scelte per la serie animata e tutti gli altri giochi, è accompagnato dalla già nota colonna sonora composta da brani che mischiano strumenti della tradizione giapponese a sonorità rock, che risultano sempre calzanti per le situazioni e mai noiosi da ascoltare. L’opening theme, invece, è uno splendido pezzo intitolato “Hikari to Yami no Kanata(Oltre la luce e l’oscurità) e cantato dalle voci delle cinque shinobi della Hanzō: Hitomi Harada (Asuka), Yū Kobayashi (Katsuragi), Asami Imai (Ikaruga), Kaori Mizuhashi (Yagyū) e Yuka Iguchi (Hibari). È inutile dirvi che, subito dopo la prima visione del filmato introduttivo, finirà di prepotenza nella vostra playlist, garantendosi il posto di secondo miglior brano di apertura in assoluto per SENRAN KAGURA — subito dopo quello di Dekamori, Secret Ninja Art of Love.

A chi consigliamo SENRAN KAGURA 2: Deep Crimson?

I giocatori che hanno avuto modo di apprezzare i precedenti titoli di questa saga (o l’ESTIVAL VERSUS già uscito in Giappone e in arrivo da noi nel 2016) si troveranno a proprio agio anche con Deep Crimson. L’assenza di un fanservice spinto come quello del titolo appena citato e persino la possibilità di disattivare il danneggiamento degli abiti e le sequenze di distruzione di questi ultimi potrebbero far avvicinare alla serie anche coloro che magari erano rimasti spiazzati dalla forte vena pseudoerotica che la caratterizza. Le meccaniche di gioco sono facili da imparare e padroneggiare, tuttavia il livello di sfida risulta a volte mal bilanciato, con una modalità storia fin troppo scorrevole e una modalità sopravvivenza a volte ardua. Se adorate le serie animate giapponesi potreste irrimediabilmente innamorarvene, ma tenente bene a mente che l’assenza di sottotitoli in lingua italiana potrebbe scoraggiarvi dal tentare di comprendere al meglio la trama che lo caratterizza, esposta sia tramite dialoghi in stile visual novel che in veri e propri muri di testo (sebbene decisamente più digeribili rispetto a quelli interminabili di Burst).

  • Una maggiore possibilità di personalizzare i personaggi
  • La migliore trama vista in un gioco della serie
  • Non presenta alcuna censura rispetto alla versione giapponese
  • Tecnicamente superiore al Burst
  • Un prezzo onesto per la versione digitale
  • La trasformazione di Mirai

  • Qualche problema con il sistema di targeting
  • Un C-Stick inservibile, se non nella Dressing Room
  • Le boss battle mancano di profondità strategica
  • Modalità a due giocatori trascurabile
  • Fanservice un po’ troppo contenuto
SENRAN KAGURA 2: Deep Crimson
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L'eterna lotta fra bene e male riporta le shinobi di Marvelous! su Nintendo 3DS

È da quando ho messo le mani sul Burst che SENRAN KAGURA occupa un posto speciale nel mio cuore. Questo Deep Crimson, in particolare, ha scandito quasi interamente il mio primo viaggio in Giappone, essendomi ritrovato a Tokyo proprio nel periodo post-lancio, in cui in giro si trovavano ancora gadget, lotterie e manifesti che ne pubblicizzassero l’uscita. In termini narrativi, SENRAN KAGURA 2 occupa il posto fra Skirting Shadows, la storia di Burst considerata canonica per la cronologia, e lo SHINOVI VERSUS per PlayStation Vita, raccontandoci di come Homura e le sue compagne hanno abbandonato la Hebijo diventando delle fuggitive. Assieme a loro, le ragazze della Hanzō si imbatteranno nella misteriosa Kagura e nella sua guardia del corpo, Naraku, durante un viaggio a Kyoto. Il tema portante, come avrete sicuramente capito, è il conflitto tra bene e male presente in ciascun individuo, e la coscienza del fatto che esistono mille sfaccettature per entrambi. Se a livello di trama e sceneggiatura SENRAN KAGURA 2: Deep Crimson presenta, con tutta probabilità, i migliori spunti dell’intera saga, nutro ancora qualche dubbio sulle scelte adottate da Marvelous! e Tamsoft per quanto concerne il gameplay. Sebbene, tecnicamente, sia un prodotto di pregevole fattura (che renderà felici tutti i fan della saga) l’ibrido tra beat’em up a scorrimento orizzontale e action in tre dimensioni non è perfettamente amalgamato, lasciando un po’ di amaro in bocca e il desiderio che, con l’eventuale terzo titolo per Nintendo 3DS, si ritorni al puro side-scrolling del Burst: sebbene non fosse esente da difetti, riusciva ad intrattenere missione dopo missione. Ciò non toglie che Deep Crimson sia comunque un salto in avanti, e rimanga un buon gioco per il suo genere e una ricca fonte di divertimento per i fan sfegatati del franchise.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.