Bullet Girls – Recensione

D3 Publisher risponde a SENRAN KAGURA col fuoco: ecco a voi Bullet Girls, uno sparatutto in terza persona totalmente votato al fanservice.

Bullet Girls – Recensione

bullet-girls-recensione-boxartFra i tanti club scolastici offerti dalla storica accademia femminile Misakimori vi si può trovare anche il particolarissimo Ranger Club, un gruppo che ha come obiettivo quello di preparare i suoi iscritti ad affrontare ogni tipo di combattimento, istruendoli e preparandoli alle più svariate manovre militari.

Faranno il loro debutto all’interno del club Aya, una vivace studentessa del primo anno che si ritroverà a farne parte per errore, e Yurina, una sua compagna di classe dall’aria alquanto assente. Le due fanciulle faranno la conoscenza degli altri membri del gruppo: Reimi, Tsukiyo, Saki, Minagi, Aki e Ai, studentesse veterane di secondo e terzo anno.

Ma si sa, in guerra prima si spara e poi si fanno domande, quindi quale metodo migliore per introdurre nel gruppo le nuove leve se non quello di far loro affrontare, attraverso simulazioni di schermaglie, le compagne molto più esperte del Ranger Club? Che la guerra abbia inizio!

D3 Publisher, già noto nel panorama videoludico per titoli del calibro di Onechanbara, non esattamente privo di fanservice, delizia i giocatori nipponici offrendo loro un titolo dove armi da fuoco e belle fanciulle giapponesi si incontrano, si fondono, e danno vita a Bullet Girls, lo sparatutto in terza persona dai toni decisamente piccanti.

  • Titolo: Bullet Girls
  • Piattaforma: PlayStation Vita
  • Genere: Sparatutto in terza persona
  • Giocatori: 1
  • Software house: D3 Publisher
  • Sviluppatore: Shade
  • Lingua: Giapponese (testi e doppiaggio)
  • Data di uscita: 28 agosto 2014
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • Reperibilità: comune (importazione)
  • DLC: indumenti intimi e costumi alternativi
  • Note: costruito sulla falsariga di Senran Kagura, esclusivo per il Giappone

bullet-girls-recensione-schermata-10Bullet Girls è in tutto e per tutto uno di quei bizzarri titoli dal gusto tipicamente nipponico, del tutto diverso dai classici sparatutto dall’atmosfera troppo seria a cui tutti quanti noi siamo abituati. È il perfetto esempio di gioco che si ama o si odia, orientato verso un pubblico di giocatori che adorano le classiche storie e personaggi tipici delle serie animate giapponesi, piuttosto che i giochi di guerra di stampo occidentale. Questo titolo si rivelerà davvero molto divertente, nonostante la storia presentata non sia proprio il massimo che si possa desiderare e le modalità di gioco siano solamente un paio, ovvero la classica modalità Storia e la modalità Jinmon, tramite la quale potremo interrogare, grazie a varie tipologie di torture, i personaggi principali, facendo la felicità sia degli amanti del genere TPS, sia che di coloro che cercano un buon passatempo condito da tanto fanservice.

Perché nudo è bello

bullet-girls-recensione-schermata-02Come giò anticipato, le fasi di gameplay di Bullet Girls si suddividono principalmente in due sezioni: guerra e torture. La parte dedicata alla guerrà sarà quella su cui il titolo si concentra maggiormente e in cui, dopo aver scelto il nostro personaggio e quello di supporto, verremo gettati in tutto e per tutto in uno sparatutto in terza persona. L’azione si svolgerà all’interno di svariate mappe di gioco, che possono spaziare dai campi di battaglia più disparati alle aule della nostra accademia, a seconda della missione che ci troveremo ad effettuare. Non sempre gli incarichi ci imporranno il solito compito di eliminare chiunque ci troveremo davanti: ci verrà chiesto, spesso e volentieri, di distruggere semplicemente degli appositi contenitori, abbattere aerei o carri armati e chi più ne ha più ne metta. Attenzione: nonostante abbia scritto “semplicemente” non significa che nel campo di battaglia, in quelle specifiche missioni, ci saremo solo noi a sparacchiare in giro. Anzi, queste saranno più complicate delle classiche, in quanto saremo sempre, costantemente, circondati da nemici. Ovviamente, arrivati all’ultima missione di ciascun capitolo, ci ritroveremo a sconfiggere una delle nostre compagne del Ranger Club, che fungerà per l’occasione da boss finale. Sconfiggendola, ci verrà offerta la possiblità di utilizzarla per i capitoli di gioco successivi, anche se a volte, con l’avanzare del gioco, alcune delle ragazze ci verranno messe a disposizione nonostante non le avremo ancora affrontate.

bullet-girls-recensione-schermata-06A tenere alto il morale dei giocatori, e mi auguro solo quello, sarà l’aspetto fanservice del titolo. Sparando in direzione di varie parti del corpo delle nostre avversarie sarà possibile assistere ad alcune particolari scenette in cui le povere malcapitate si ritroveranno con i vestiti danneggiati, lasciando intravedere i loro indumenti intimi. Denudare completamente, o far rimanere in reggiseno e mutandine una delle nostre avversarie, ci consentirà di sbloccare alcuni indumenti intimi da poter acquistare in negozio ed equipaggiare a piacimento. Per la legge del contrappasso però, questo potrà succedere allo stesso modo anche a noi giocatori: dopo aver ricevuto svariati colpi, anche i nostri vestiti inizieranno pian piano a disintegrarsi, e potremo ritrovarci, colpo dopo colpo, a vagare per i vari campi di battaglia liberi e felici coma una farfalla. Avete capito bene: le nostre eroine potranno vagare per i campi di battaglia totalmente nude, con solo le parti sensibili prontamente coperte da apposite nuvolette di fumo.

bullet-girls-recensione-schermata-05Sfortunatamente però, al di là dei boss che saranno ben caratterizzati, in quanto nostre compagne e personaggi principali, i nemici comuni che troveremo sul campo di battaglia in ogni missione saranno un déjà vu ambulante. Esse, infatti, presenteranno tutte lo stesso identico modello poligonale a cui verranno solamente cambiate divisa, indumenti intimi e colore dei capelli. Nemmeno il taglio dei capelli, solo il colore. Questo problema, ovviamente, rende il tutto leggermente stucchevole e ripetitivo e ci verrà spesso sbattuto in faccia, specialmente quando riusciremo a colpirle e a spogliarle, notando durante i brevi spezzoni di striptease che il modello mostrato sarà sempre lo stesso.

Torturamici

"Sapevo di dovermi iscrivere al club di ninjutsu..."

“Sapevo di dovermi iscrivere al club di ninjutsu…”

Dopo aver portato a termine ogni missione che ciascun capitolo offre, e dopo aver sconfitto l’apposito boss, ci ritroveremo a doverlo torturare per scucirgli preziose informazioni. Dato che il tutto è una simulazione di guerra, il nostro obiettivo non sarà propriamente quello di ottenere informazioni, ma lo faremo solo per il piacere del fanservice. A ciascun tasto della console verrà affidato uno speciale oggetto, che in seguito potremo cambiare non appena ne avremo sbloccati di nuovi o acquistati presso l’apposito negozio; il nostro compito sarà quello di selezionare lo strumento che più ci aggrada e iniziare a toccare lo schermo touch come tanti piccoli bambini in piena crisi ormonale. Vi starete chiedendo perché ho voluto utilizzare questa espressione? Semplice, perché sullo schermo della nostra console avremo una delle ragazze, precisamente quella che abbiamo sconfitto, distesa su di un carro armato, a gambe aperte, che reagirà e si muoverà tutte le volte che toccheremo le parti del corpo che ci verranno indicate. Durante queste fasi sarà possibile cambiare inquadratura, far cambiare posa  alla ragazza e spaziare fra vari punti da toccare.

bullet-girls-recensione-schermata-09Nella parte inferiore dello schermo si troveranno due apposite barre denominate Good e Bad, una blu e l’altra rossa, che si riempiranno pian piano ogni volta che toccheremo una delle porzioni indicate dallo schermo. Tali zone saranno di diversi colori: rossa, che quindi andranno a riempire una delle barre, blu, che di conseguenza andranno a riempire l’altra, verde, che riempiranno in modo casuale una delle due barre, e infine quelle viola, che le riempiranno entrambe. Una volta che avremo portato al massimo uno dei due indicatori, il personaggio torturato emetterà il suo gemito finale, che ci lascerà intendere che avremo completato il nostro lavoro. A seconda di quale avremo riempito e del punteggio ottenuto, una volta scaduto il tempo verremo ricompensati con nuovi indumenti intimi da poter equipaggiare ai nostri personaggi, nonché della possibilità di acquistare, attraverso il negozio, armi più potenti. Coloro che volessero cimentarsi nelle torture, senza però dover star tutte le volte a dover affrontare nuovamente l’apposita missione finale, potranno farlo tramite la modalità Jinmon, selezionabile dalla schermata iniziale del gioco. Da qui potremo decidere liberamente quale ragazza torturare, l’intimo e il costume da farle indossare, e la location in cui dare il via a questa oscura e decisamente ambigua pratica.

Girls Just Want to Have Fun

bullet-girls-recensione-schermata-08Nonostante le ragazze giocabili offerte dal titolo non siano molte (solo otto) esse saranno tutte ben caratterizzate con gli stereotipi della maggior parte degli anime giapponesi: troveremo l’immancabile tsunderekko, la tizia euforica per qualsiasi cosa, quella più sbadata, la loli, la ragazza disinibita, la studentessa modello, e chi più ne ha più ne metta. A ciascuna delle ragazze potrà essere equipaggiata una qualsiasi delle, sfortunatamente, poche armi offerte, tenendo però bene a mente che ciascuna ragazza avrà la sua tipologia di arma preferita, in cui eccellerà maggiormente, sparerà più velocemente e in diversi modi, o ci impiegherà meno tempo a ricaricare. Le armi da fuoco non saranno gli unici elementi da poter equipaggiare, in quanto sarà possibile scegliere che tipo di costume far loro indossare, e quali indumenti intimi. Nello specifico, tuttavia, solo l’intimo avrà una funzione essenziale in questo gioco: sia reggiseni che mutandine, che andremo ad acquistare o sbloccheremo, avranno delle caratteristiche particolari che andranno ad aumentare alcuni parametri dei personaggi. Alcuni incrementeranno il quantitativo di energia vitale, altri offriranno una maggior mira e precisione, e così via. Sempre meglio tener d’occhio cosa stiamo indossando a seconda della missione.

bullet-girls-recensione-schermata-03Oltre alla modalità di tortura, il touchscreen di PlayStation Vita potrà essere utilizzato per altre piccolezze comunque molto apprezzabili. Bullet Girls, infatti, ci offrirà la possibilità di poter toccare e interagire con qualsiasi ragazza che vedremo su schermo, a volte in maniera totale, mentre altre volte solo in alcuni precisi momenti. Per farvi un esempio, durante la schermata di selezione missioni, selezione personaggio, negozio o schermata di equipaggiamento, ci sarà possibile interagire con qualsiasi personaggio vedremo, mentre durante le missioni, quando saremo immersi nel vero e proprio gameplay, sarà possibile riscontrare questa funzione in alcuni momenti ben precisi: per esempio, mentre staremo gattonando o mentre ci nasconderemo dietro un muro.

SENRAN KAGURA: Modern Warfare

bullet-girls-recensione-schermata-07Visto che D3 Publisher ha voluto ricalcare in qualche modo gran parte dei dettagli caratteristici della serie SENRAN KAGURA, non sarebbe stata una pessima idea prendervi in prestito anche qualche dettaglio in più. Per farvi un esempio, i capitoli di gioco non saranno molti, solo otto, composti da quattro missioni ciascuno, e vedranno come nostre uniche avversarie le compagne del club. Perché non introdurre una scuola rivale? Avrebbero potuto farle scontrare attaverso una qualche sorta di War Game scolastico, giovando così non solo dal lato della longevità, in quanto dopo l’aver sconfitto “per allenamento” i membri del nostro club sarebbe partito il capitolo di storia relativa alla guerra tra scuole, ma si sarebbe messo a disposizione dei giocatori anche più personaggi giocabili e decisamente più armi da poter utilizzare.

La totale assenza di una modalità online multiplayer, inoltre, non è per nulla un aspetto positivo. Nonostante non sia personalmente né un’amante né un assiduo frequentatore di partite online, questo non sarebbe stato solo un valore aggiunto adatto a questa tipologia di gioco, ma ne avrebbe aumentato la rigiocabilità.

Mi piace l’odore delle mutandine al mattino

bullet-girls-recensione-schermata-01Dal lato prettamente visivo, trovo che Bullet Girls sia veramente ben realizzato e trovo apprezzatissima la scelta di portarlo su PlayStation Vita, dove riesce a dare il massimo senza sembrare in qualche modo limitato. Certo, qualche piccolissima e trascurabilissima pecca grafica ce l’ha, ma bisogna proprio guardare nel dettaglio… e con guardare nel dettaglio intendo guardare da vicino le curve delle ragazze con indosso alcuni, seppur pochissimi, indumenti intimi, sui quali potremo notare qualche piccolissima imperfezione. Sicuramente vi starete chiedendo come ho fatto a vedere alcuni piccoli dettagli così minuziosi… ma fatevi un po’ gli affari vostri! E che cavolo…

Il comparto audio invece non brilla particolarmente, sebbene non sia pessimo e alcuni dei brani siano orecchiabili, quelle che realmente riescono a ricalcare l’atmosfera dei campi di battaglia e della guerra possono essere contate sulle dita di una zampa di un tirannosauro: due.

A chi consigliamo Bullet Girls?

Avete adorato SENRAN KAGURA e il suo alto tasso di fanservice, nonostante i side scrolling o gli action game non siano proprio il vostro pane quotidiano, ma adorate invece gli sparatutto? Siete a metà dell’opera! Se per voi non è nemmeno un problema importare e giocare un titolo la cui lingua vi è ancora sconosciuta, Bullet Girls è il gioco che fa per voi. Nonostante l’idioma nipponico, che potrebbe privarvi del piacere di assaporarne la storia, Bullet Girls è sicuramente un titolo che può essere tranquillamente giocato da chiunque, basta un minimo di accortezza e attenzione. Se invece non è proprio il vostro genere, o siete tra coloro che reputano l’inglese il massimo della lingua tollerabile in un videogame, passate oltre. Chiaramente, dovrete essere amanti del fanservice, altrimenti potete pure pensare di girare a largo.

  • Niente male come sparatutto in terza persona
  • Buona dose di difficoltà
  • Tanto buon fanservice, che non fa mai male
  • La modalità tortura è una manna dal cielo

  • Longevità abbastanza scarsa
  • Modalità multiplayer online inesistente
  • Poche tipologie armi utilizzabili
  • Nemici comuni riciclati usando il solito modello poligonale
Bullet Girls
3.4

Tanta cura nei dettagli, ma poca per gli elementi essenziali

Non so proprio se definirlo “qualcosa di nuovo”, in quanto molti degli elementi a disposizione sembrano richiamare a gran voce la serie SENRAN KAGURA, ma sicuramente Bullet Girls è un titolo simpatico e divertente, con una buona dose di sfida e tanto fanservice. Certamente si poteva fare di più, quel tanto che sarebbe bastato per renderlo un titolo completo e apprezzabile in toto, ma così non è stato. La poca longevità e la storia non proprio eclatante lo rendono sfortunatamente un titolo che, una volta terminato, difficilmente riprenderete in mano. In definitiva però, personalmente parlando, l’ho apprezzato nonostante tutto, mi ha molto divertito e fatto passato dei gran bei momenti in sua compagnia (non ricominciate a pensare male ora eh, che siamo alla fine). Sinceramente, non mi dispiacerebbe vedere un secondo capitolo, dove magari possano essere introdotte sia una scuola rivale, che tutte le altre piccole cose che al titolo mancano o si potevano migliorare.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.