Freedom Wars – Recensione

SCE Japan Studio, Shift e Dimps collaborano alla creazione di un nuovo Action RPG/Hunting Game esclusivo per PS Vita, dal background piuttosto interessante.

freedom wars recensione cover

freedom-wars-recensione-boxartAnno 102.014. Dopo secoli di sfruttamento indiscriminato, l’umanità è riuscita a prosciugare la maggior parte delle risorse esistenti sul pianeta. Gli stati canonici non esistono più e dopo la loro caduta si sono formate numerose città stato indipendenti, chiamate Panopticon, in continua guerra fra loro per l’ottenimento delle scarse risorse a disposizione. All’interno di esse vi è una grande differenza fra gli abitanti: i cittadini normali, quelli più colti (medici, scienziati o ingegneri) vengono considerati risorse fondamentali per la società; d’altro canto, i peccatori, colpevoli del solo crimine di esistere e sprecare risorse, sono tenuti come veri e propri prigionieri con una pena di 1.000.000 di anni sulla propria testa, e sono costantemente accompagnati da un Automa che li tiene sotto continua sorveglianza, accertandosi che nessuna legge venga infranta e, nel malaugurato caso, allungarne la pena di detenzione. L’unico modo che hanno i peccatori per riottenere la libertà è quello di dimostrare di non essere inutili, compiendo varie missioni in cui rischiano la vita per “il bene comune” che in verità è usato come semplice scusa per tenere basso il numero della popolazione e favorire il bene di pochi.

Questo è l’accattivante background in cui è ambientato Freedom Wars, il nuovo Action RPG per PlayStation Vita sviluppato da Sony Japan Studio in collaborazione con Shift e Dimps. Scoprite cosa pensiamo di questo titolo continuando a leggere la nostra recensione.

  • Titolo: Freedom Wars
  • Piattaforma: PlayStation Vita
  • Genere: Action RPG, Hunting Game
  • Giocatori: 1, 2-4 (multiplayer in locale, fino a 8 giocatori online)
  • Software house: Sony Computer Entertainment
  • Sviluppatore: SCE Japan Studio, Shift, Dimps
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 29 ottobre 2014
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • Reperibilità: comune
  • DLC: elementi aggiuntivi per la personalizzazione del protagonista, armi e oggetti aggiuntivi
  • Note: originariamente annunciato solo in versione digitale

freedom-wars-recensione-schermata-04Il gioco inizierà con il nostro protagonista e la sua squadra mentre affronteranno un Rapitore, una delle gigantesche macchine usate dai Panopticon avversari con lo scopo di catturare i cittadini. Tuttavia, durante l’operazione, qualcosa non andrà per il verso giusto, e il nostro avatar verrà colpito in pieno dal pugno del gigantesco bestione. Si ritroverà quindi svenuto, e una misteriosa ragazza gli comparirà davanti mentre parlando di “un grande cambiamento” e darà il via all’editor del personaggio che, purtroppo, si rivelerà essere (inizialmente) abbastanza povero di opzioni: molti elementi dovranno essere sbloccati in seguito acquisendo i relativi diritti, ma non preoccupatevi, potrete modificare l’aspetto del personaggio in qualsiasi momento.

Colpevoli di venire al mondo

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Sovracompensazione?

Dopo questa scena ci ritroveremo letteralmente gettati nel campo di battaglia con una veloce spiegazione dei comandi e un’altrettanto rapida conclusione dello scontro, a seguito del quale verremo arrestati per uno dei peggiori reati che si possono commettere: aver perso la memoria e di conseguenza aver sprecato tutte le risorse investite nel nostro addestramento fino a quel punto. La pena da scontare verrà quindi nuovamente alzata a un milione di anni, il nostro grado C.O.D. riportato a uno, con la conseguente perdita di tutti i diritti acquisiti fino a quel punto: dovremo quindi ricominciare dal principio la nostra scalata verso la libertà. Arrivati nella cella, potremo immediatamente notare le grandissime limitazioni a cui saremo sottoposti: qualsiasi azione non consentita, seppur normalissima, farà comparire una nota sullo schermo con l’infrazione commessa, il corrispondente aumento della pena e in basso a destra un cerchio bianco che bisognerà premere per apporre la propria impronta digitale e confermare così di aver “accettato” la punizione. La frustrazione si farà sentire fin da subito, e questo riesce a dare un grande grado di immedesimazione con il povero protagonista impossibilitato a compiere le azioni più basilari, per non rischiare un ulteriore aumento degli anni da scontare. Non saremo però costretti a queste limitazioni per tutta la durata del gioco. Durante le missioni, infatti, otterremo dei punti che ci permetteranno di acquisire nuovi diritti, al livello C.O.D. 1 potremo solo ottenere il permesso di per stenderci o camminare senza limiti nella cella; man mano che arriveremo ai livelli superiori, saremo in grado di ottenere i diritti per correre, parlare con i cittadini senza autorizzazione oppure per avere contatti con l’altro sesso, insieme a quelli per indossare particolari tipi di abbigliamento, essere accompagnati da alcuni personaggi nelle missioni, costruire degli edifici per produrre armi, medicinali e simili. La sensazione di essere dei veri e propri prigionieri si farà sentire molto nei primi minuti di gioco, ma con l’aumentare del grado e l’acquisizione di privilegi si farà sentire sempre di meno, dandoci perfettamente l’idea di essere sempre più vicini alla libertà.

freedom-wars-recensione-schermata-08Per quanto comunque potremo sentirci trattati da prigionieri, non sembra che gli altri personaggi principali provino lo stesso, non lasciando minimamente trasparire il disagio provocato della loro prigionia, cosa che farà perdere una buona parte di carisma all’ambientazione. Nonostante ciò, l’intero cast sarà pieno di svariate tipologie di personaggi e diversi caratteri molto interessanti, che però non vengono mai veramente approfonditi durante la storia e lasciano insoddisfatto il desiderio di saperne di più su di loro. La trama generale del gioco invece, sebbene non sia originalissima e non venga narrata alla perfezione, mantiene alto l’interesse per tutta la durata del titolo e funge da buon collante, spingendolo a proseguire attraverso le varie e ripetitive missioni e lasciando però un finale con moltissime cose in sospeso, nonché una grande sensazione di delusione nel giocatore.

Un rovo per domarli… e nel buio incatenarli

freedom-wars-recensione-schermata-03Il gameplay di Freedom Wars risulta molto originale e pieno di potenzialità. Avremo sono sei tipologie di armi fra cui scegliere e ognuna conterrà un discreto numero di pezzi fra cui scegliere: armi d’assalto, artiglieria portatile (che comprendono lanciarazzi e simili), cannoni automatici (lanciagranate, mitragliatori pesanti e così via), armi da mischia leggera, da mischia pesante e aste, ognuna dotata di caratteristiche proprie e che rendono la scelta dell’equipaggiamento fondamentale durante gli scontri. Le armi da mischia leggere, per esempio, arrecheranno meno danni di quelle pesanti e delle aste, ma al contrario di queste ultime possono essere usate mentre si è aggrappati ai Rapitori per smontarne le varie parti; le armi da assalto possono invece essere usate anche quando si è aggrappati ai muri, al contrario delle altre due che sono troppo pesanti per essere utilizzate in questi frangenti. Il bilanciamento generale risulta comunque ottimo, con le armi da fuoco che integrano e completano quelle corpo a corpo senza però rendere il gioco troppo simile a uno shooter.

"Spidey, sei sempre il solito rompico..."

“Spidey, sei sempre il solito rompico…”

L’oggetto più utile del gioco in ogni caso è il Rovo, un equipaggiamento che svolge numerose funzioni: può essere adoperato come gancio per aggrapparsi ai muri, come arma da lanciare contro i nemici per farli cadere, oppure è possibile sfruttarne le abilità in base al tipo di rovo, creando barriere difensive, cespugli curativi oppure immobilizzando completamente il nemico per qualche secondo. Buona parte del potenziale del gameplay rimane però inutilizzato, e spesso si ha la sensazione che il tutto potesse essere sviluppato meglio. La principale caratteristica del titolo, ovvero quella di poter sviluppare i combattimenti anche in verticale, viene limitata molto dalla grandezza delle mappe che, la maggior parte delle volte, ci impediranno di raggiungere i punti più elevati di esse per via di alcuni muri invisibili. Sarebbe stata senz’altro gradita la possibilità di sfruttare meglio questa componente, magari aggiungendo anche nuovi attacchi ai Rapitori che potessero contrastare il nostro vantaggio rendendo così gli scontri meno monotoni e più interessanti.

La libertà non è più un diritto

freedom-wars-recensione-schermata-09Come già detto, per ottenere la libertà sarà necessario dimostrare la propria utilità svolgendo numerosi incarichi per il Panopticon chiamati Collaborazioni, ovvero missioni suddivisibili in tre tipologie: missioni in cui bisognerà ripulire l’area da qualsiasi nemico, altre in cui bisognerà salvare un certo numero di cittadini dalle grinfie dei nemici e altre ancora in cui sarà necessario ottenere il controllo di determinati punti chiave nella mappa entro un certo limite di tempo; infine, una tipologia speciale di missioni è rappresentata da quelle in cui bisognerà passare inosservati attraverso le aree sorvegliate del Panopticon, che però non richiederanno nessun impegno dato che gli automi sembrano non riuscire a vederci nemmeno per sbaglio. Prima dell’operazione sarà possibile scegliere i membri da cui farsi accompagnare e l’equipaggiamento da portare in battaglia e insieme ai peccatori, saranno presenti anche i rispettivi automi, che porteranno così formare una squadra composta da ben otto membri.

freedom-wars-recensione-schermata-02Le missioni più interessanti sono senza dubbio quelle in cui si affronteranno i giganteschi Rapitori avversari, costruiti con una grandissima cura e smontabili in quasi ogni loro parte, che sarà possibile poi raccogliere per ottenere materiali utili al potenziamento delle armi. Purtroppo però questi bestioni (così come buona parte del resto dei personaggi del gioco) hanno un serio problema che riguarda l’intelligenza artificiale, a causa della scarsa varietà di nemici (che si aggira sulla decina) e dei loro limitati pattern di attacchi, dopo i primi scontri essi diventano molto prevedili, così come i peccatori nemici, che cercheranno solo di assaltarci e eliminarci nel meno tempo possibile. Anche i personaggi scelti come alleati non saranno dei geni: quando cercheremo di abbattere un Rapitore usando il rovo, invece che aiutarci preferiranno continuare ad attaccarlo inutilmente con armi normali, oppure quando cadremo in battaglia qualsiasi alleato nelle vicinanze correrà in nostro aiuto dando spesso l’opportunità ai nemici di fare vere e proprie stragi di massa, rendendo gli scontri molto più complessi del dovuto. Fortunatamente è possibile impartire alcuni ordini all’automa o all’intero gruppo chiedendo di concentrarsi su uno o più nemici oppure di focalizzarsi sul curare i personaggi o trasportare in salvo i cittadini, e in questo modo si può provare ad aggirare i problemi dell’IA, che in ogni caso compirà spesso errori di valutazione che ci porteranno, nei casi peggiori, al Game Over.

freedom-wars-recensione-schermata-07Un altro problema del gioco riguarda la gestione dei tutorial, che risultano poco esplicativi sulle funzioni più avanzate e si riducono a una mera spiegazione di poche righe, quando invece dovrebbe essere molto più specifico. Ci verrà parlato, per esempio, del potenziamento delle armi, ma non ci verrà spiegato il funzionamento preciso del tutto e, complice la mancanza di un libretto delle istruzioni, costringerà noi giocatori ad andare per tentativi nello sviluppo, facendoci commettere svariati errori prima di comprendere appieno il funzionamento delle meccaniche. L’upgrade delle armi non sembra inoltre seguire schemi specifici, e varie parti di esso risultano assolutamente casuali, rendendo quindi molto difficile creare la propria arma definitiva e costringendoci a ripetere varie volte lo stesso processo (che si svolgerà nelle strutture e richiederà un determinato periodo di tempo reale in base all’operazione desiderata). Non ci verrà fornita alcuna informazione nemmeno su quali oggetti sia meglio tenere a fine missione e quali donare al Panopticon per ridurre la nostra pena, portandoci quindi al costante spreco di risorse utili.

Il peccato si sconta con altri peccati

freedom-wars-recensione-schermata-01In Freedom Wars sono presenti due tipi di modalità online: l’online cooperativo e l’online competitivo, entrambi accessibili attraverso il proprio automa nella cella del personaggio. Nell’online cooperativo è possibile affrontare le varie missioni di storia insieme agli amici sia in rete che nelle vicinanze. Giocando in cooperativa, tuttavia, anche le missioni più impegnative della modalità single player possono essere superate molto più facilmente del solito, senza però risultare esageratamente semplici. L’online competitivo invece comprende di due tipologie di partite: il classico deatchmatch in cui bisogna semplicemente ridurre a zero il numero di respawn concessi agli avversari, e la classica modalità “cattura la bandiera” in cui bisognerà riuscire a portare i cittadini nella propria capsula prima degli avversari. Entrambe sono caratterizzate da un approccio e un livello di sfida molto più tattici rispetto alle missioni offline contro i normali nemici e sicuramente sono una valida alternativa per provare qualcosa di diverso, nel caso le missioni della storia stiano iniziando a stancarci. È inoltre presente una classifica online dei Panopticon, ed è possibile condurre operazioni di invasione (che in realtà si riducono a normali missioni contro personaggi controllati dal computer) per riuscire a ottenere punti a scapito della nazione invasa, con un numero di invasioni limitato che si ricarica con il passare del tempo. È possibile cambiare il Panopticon di appartenenza scelto a inizio gioco, questo servizio però è a pagamento ed è eseguibile comprando l’apposito voucher dal PlayStation Store al prezzo di 1,99 euro.

Le città invisibili

freedom-wars-recensione-schermata-05Sul lato tecnico, l’ultima fatica SCE Japan Studio risulta impeccabile: la grafica del gioco è molto pulita e definita per quanto riguarda i personaggi, sfondi e scenari, anche se non si può dire lo stesso per effetti grafici come le esplosioni, che sembrano realizzate in fretta e senza la stessa cura di tutto il resto. Le mappe del gioco, purtroppo, anche se graficamente ben curate, risultano spoglie, ripetitive e anonime rendendo quasi del tutto inutile fermarsi ad ammirare un qualsiasi panorama, concentrandoci spesso solo sull’eliminare i nemici più in fretta possibile. Le tracce audio sono piacevoli e offrono un godibile sottofondo per ogni situazione, ma nessuna di esse risulta particolarmente memorabile. Il doppiaggio del gioco è invece ottimo e, potendo contare su doppiatori quali Keiji FujiwaraJunichi Suwabe, le voci sono il più delle volte adatte ai personaggi, e li rendono molto più carismatici facendoci ascoltare con piacere i loro dialoghi.

A chi consigliamo Freedom Wars?

Considerando il suo prezzo relativamente basso rispetto al solito, chi cerca un gioco per fare qualche partita online con gli amici, chi vuole provare qualcosa di nuovo e gli appassionati degli hunting game dovrebbero considerarne l’acquisto per via di una tipologia di gameplay difficile da trovare in altri giochi che, anche se con molte potenzialità inespresse e svariati problemi, saprà comunque garantire una buona dose di ore di divertimento. Chi cerca invece un gioco con una trama profonda e memorabile invece dovrebbe evitarlo a causa di una realizzazione un po’ frettolosa e di un finale non degno delle aspettative create durante il resto del gioco.

  • Ottimo dal lato tecnico
  • Prezzo budget, anche in edizione retail
  • Personaggi secondari vari e carismatici
  • Grande immedesimazione nel protagonista e nel mondo di gioco
  • Gameplay originale…

  • … Ma con molto potenziale inespresso
  • Purtroppo stanca presto
  • Molte meccaniche confusonarie
  • Intelligenza artificiale da rivedere
  • Trama con un finale frettoloso e non degno delle aspettative create
Freedom Wars
3.8

Tante buone idee dal potenziale inespresso

Freedom Wars è un prodotto riuscito a metà: se da una parte riesce ad apportare alcune novità nel genere degli hunting game, dall’altra tutti questi nuovi elementi potevano essere integrati molto meglio nel gameplay generale, primo fra tutti il rovo, che se anche riesce a dare una propria identità al gioco sembra non essere sfruttato appieno (complici la ristrettezza delle mappe e la limitatezza dei movimenti nemici) e se usato per bene avrebbe sicuramente potuto dare al gioco un posto fra i migliori titoli di questo genere. Purtroppo questo non è avvenuto e Freedom Wars si rivela essere un gioco discreto, capace però di regalare una buona manciata di ore di divertimento prima di iniziare a stufare a causa dei pochi nemici, delle missioni ripetitive e della mancanza di un qualsiasi stimolo nel cercare di creare l’arma perfetta. Lo stesso discorso vale per la trama, partendo da un’ambientazione e un background narrativo molto suggestivi si passa a uno storytelling che, suppur non perfetto, riesce a catturare l’interesse del giocatore, per poi spegnere tutto l’entusiasmo con un finale frettoloso che lascia tantissime domande irrisolte. Nonostante questi difetti, è un gioco che i proprietari di una PlayStation Vita dovrebbero almeno considerare, dato che è possibile spezzare la ripetitività con le modalità online, facendo qualche partita con gli amici oppure cercando di dimostrare agli altri Panopticon chi sono i veri numeri uno.

Videogioca praticamente da quando ha ricordi, non ha preferenze particolari e questo lo porta ad acquistare qualsiasi tipo di videogame. Conduce una battaglia senza speranza contro lo spazio nella sua camera e il suo portafogli.